L'AUTORE

venerdì 27 settembre 2013

Oscar postumo a Endrigo per il Postino di Troisi

Scena da
Scena da "Il Postino"
di Piero Montanari
Strana storia quella de "Il Postino", il magnifico film di Troisi del 1994, ispirato al romanzo di Antonio Skàrmeta "Il postino di Neruda", che vinse l'Oscar per la migliore colonna sonora con Luis Bacalov, compositore argentino da anni residente in Italia. Triste storia, anche perché Massimo morì subito dopo la fine delle riprese. E poi perché durante tutte le bellissime poetiche sequenze, tra la storia del film e la malattia di Troisi, aleggia un'aria di morte che ti casca addosso, dalla quale non riesci a liberarti per lungo tempo. Ho fatto sempre fatica a rivedere il Postino, e tutte le volte, come la prima, assalito una malinconia senza fine.

Il film torna prepotentemente a far parlare di sé in questi giorni perché il cantautore istriano Sergio Endrigo, morto nel 2005, aveva intentato causa - insieme con Riccardo De Turco (ricordate "Luglio col bene che ti voglio.?") - e a Paolo Margheri, contro Luis Bacalov, sostenendo che il malincono e struggente tema principale del film fosse di sua paternità, e che il compositore bonaerense lo avesse plagiato.

Bisogna dire che Endrigo e Bacalov hanno lavorato lungo tempo insieme, collaborando nella grande Rca di Roma dagli anni '60, periodo aureo per la musica, con vendite di milioni di dischi, nella quale Luis faceva l'arrangiatore a Rita Pavone, a Gianni Morandi a Neil Sedaka, ma anche ai primi cantautori come Umberto Bindi, Gino Paoli e soprattutto Endrigo, con cui lavorò a successi importanti: "Io che amo solo te", "Lontano dagli oocchi", "L'arca di Noè", "Canzone per te", solo per citarne alcuni.

In seguito litigarono proprio per la colonna sonora del Postino nel cui leitmotiv Endrigo riconobbe un suo brano inciso nel 1974, composto insieme al cognato Del Turco e a Paolo Margheri, un paroliere dilettante.



La causa, durata 18 anni e forte di due sentenze che davano ragione salomonicamente a tutti e due (la prima a Bacalov e la seconda ad Endrigo), oggi finisce con la Cassazione che non ha fatto in tempo a esprimere un verdetto, perché Bacalov ha deciso di fare una transazione, riconoscendo la paternità della colonna sonora anche ai ricorrenti, e quindi con un nuovo deposito alla Siae, dove da ora appariranno, oltre al suo, anche i nomi di Endrigo, Del Turco e Margheri.

Una fortuna, perché il bel film di Troisi ha incassato una montagna di soldi in tutto il mondo e molti diritti per le musiche, e la sua colonna sonora è diventata un classico, un evergreen, con il tema magnificamente esposto dal bandoneon, fisarmonica cara agli argentini.

Soltanto che purtroppo Sergio Endrigo è morto il 7 settembre del 2005 e non potrà mai godersi questa vittoria, dovuta soprattutto alla tenacia di sua figlia Claudia e degli altri due musicisti aventi diritto.

Ad Endrigo una parte del triste oscar postumo, diviso in quattro, per un film poetico e malinconico come la sua musica e le sue storie.

martedì 24 settembre 2013

Il pianto di Balzaretti e la commedia umana

di Piero Montanari
Il derby nel calcio, si dice, è considerata partita a sé, e quello tra Roma e Lazio è ancora di più, è un derby nel derby, una partita nellla partita. Tanti sono i fattori che concorrono a farne qualcosa che esula da un semplice incontro di calcio tra due squadre rivali: c'è di mezzo il primato della città condivisa dalle due tifoserie, c'è dentro, quando va bene, il sarcasmo e gli sfottò che diventano spesso commedia dell'arte, soprattutto dal giorno dopo la gara, negli uffici, nei posti di lavoro, tra colleghi amici e rivali.

Il derby Roma-Lazio del 22 settembre 2013 si caricava poi un significato ulteriore: la voglia di rivincita della Roma sulla Lazio, dopo la partita persa il 26 maggio di quest'anno che è costata alla Roma la Coppa Italia, l'ingresso in Europa League e lo stesso derby, vittoria che i laziali poi non hanno smesso mai di festeggiare, almeno fino ad oggi, minuto 63 della partita.

Già, perché oggi è accaduto uno di quei piccoli miracoli che ogni tanto il calcio regala, ai tifosi, certo, ma anche a chi ama la commedia umana, che talvolta supera il gesto sporivo e ci affranca dalle banalità e dalle cattiverie che sempre troppo spesso avvelenano questo sport.

E' Federico Balzaretti, classe 1981, terzino sinistro, ex Juventus, Fiorentina, Palermo e Nazionale Italiana (partecipa agli ultimi europei) e dal 2012 in forza alla Roma, che ci fa vivere una di queste storie che, spero, possa rendere meno amara la sconfitta dei tifosi laziali.

Federico nella Roma non ha mai brillato, non ostante il suo impegno sempre costante e il suo forte senso di appartenenza alla squadra. Il suo altalenante rendimento gli aveva creato nella capitale molti detrattori che mai gli hanno risparmiato critiche pesanti, nel circo delle chiacchiere romano, unico nel suo genere, tra la miriade di radio e televisioni che fanno del calcio giocato un'appendice.

Ebbene, proprio nel derby del riscatto, nella partita più importante, che vale anche il primato in classifica, e sul risultato ancora in bilico, al criticato Federico capita - minuto 63 - la palla per fare gol. Tira bene, Balzaretti, ma il pallone bastardo gli si stampa sul palo della rete difesa da Marchetti. Una disdetta vera, proprio a lui che poteva diventare il nuovo Re di Roma e cancellare, in un attimo, tutte le critiche, tutta la negatività che si era portato addosso in quest'ultimo anno. Ma nulla, la palla non entra.

Però ecco il miracolo dello sport che si compie un secondo più tardi, solo un piccolo secondo, quelle cose che, se ci pensi, ti fanno amare il calcio e lo sport: la beffa si tramuta in splendida realtà.
Totti riprende la palla e confeziona un cross dei suoi, perfetto, col contagiri. Chi c'è a quel punto a raccoglierlo? Proprio l'affranto Balzaretti che aveva visto svanire il suo sogno di rivincita contro il legno laziale un secondo prima. Ma stavolta, con un bel sinistro al volo il pallone è nel sacco.

La telecamera, dopo aver indugiato sui festeggiamenti dei giocatori romanisti, inquadra finalmente Balzaretti con un primissimo piano, che ci svela il difensore colto da un pianto dirotto, interminabile, contagioso, dove dentro c'è tutto: la tensione della gara, le critiche feroci e la gioia, grande e incontenibile, di essere stato proprio lui, nella partita più importante, quella del riscatto, a portare in vantaggio la sua squadra e a cancellare, in un misero e piccolo secondo, tutte le amarezze.

Ecco perché penso che il pianto di Balzaretti, così umano e così sincero, restituisce al calcio un momento di quella verità e quell' umanità che spesso, troppo spesso, si smarrisce tra le ignobiltà di questo sport.
E tutto in un solo, piccolo secondo.

giovedì 12 settembre 2013

Il mondo dei '60 se ne va con Jimmy Fontana


di Piero Montanari

Cantava bene, Jimmy Fontana, ed aveva molto swing. "Lo swing o ce l'hai o non ce l'hai" mi aveva detto una volta alla Rca, la grande casa discografica romana che da tempo non esiste più, ma che è stata la madre di tutti gli artisti venuti fuori nei favolosi anni '60: Morandi, Pavone, Vianello, Meccia, Fidenco, solo per ricordarne pochi. E Jimmy Fontana, che così preferì chiamarsi agli inizi, piuttosto che il meno fantasioso Enrico Sbriccoli da Camerino: Jimmy in omaggio a Jimmy Giuffe, grande sassofonista americano del quale Enrico era fan, e Fontana, cognome scelto a caso.

Cantava bene, Enrico, ma con il jazz si mangiava poco o nulla a quel tempo a Roma, città che lo vide giovane studente di economia. Il salto dai localini fumosi, dove suonava il contrabbasso e cantava gli standard jazzistici col suo complessino, e la Rca che lo mise sotto contratto dopo aver ascoltato la sua bella voce, fu fatale per il suo successo.

Fu in quegli studi che Jimmy incontrò il geniale produttore Lilli Greco, che lo prese sotto la sua ala protettiva e produttiva, divenendo anche suo grande amico. Lilli pensò subito di togliere a quel giovanotto con quella bella voce, la cadenza del cantante di jazz, per trasportarlo immantinente nella musica pop di quei tempi.

Ed ecco nascere canzoni come "Il cha cha cha dell'impiccato" con i Flippers, e il suo primo grande successo da solista, "Non te ne andare". Ma la bomba arriva nel 1965 con "Il mondo", scritta con Meccia e Carletto Pes, ed arrangiata dal Maestro Ennio Morricone, in forza a quei tempi alla Rca. Col successo arrivano i primi film cosiddetti "musicarelli" ed una vittoria al Cantagiro del 1967 con "La nostra favola".

Ma è del 1971 il brano che farà di Jimmy un autore internazionale: "Che sarà", soprattutto nella fantastica versione che ci regalò il grande Josè Feliciano, e che Jimmy curò personalmente in America. Il brano, che arrivò al 2° posto al festival di Sanremo di quell'anno, lo voleva cantare lui, ma il grande capo Rca Ennio Melis si impuntò per darlo ad un giovane gruppo vocale, I Ricchi e Poveri, che ne fecero un loro cavallo di battaglia.

Enrico soffrì molto l'esclusione, tanto da aver voglia di smettere e tornarsene a Macerata per fare altro. Ma stare troppo tempo lontani dalle scene per gli artisti è impossibile e fa male, e Jimmy tornò dopo qualche anno a regalarci, con quella bella voce limpida e tagliente, altre canzoni.

Nessuna di queste, però, seppe bissare i successi che aveva inanellato negli anni giovanili. Forte della presenza artistica dei suoi figli musicisti, riprese a scrivere e a cantare, persino con altre "vecchie glorie" degli anni '60, i Superquattro: Gianni Meccia, Nico Fidenco, Riccardo Del Turco e lui, che insieme riproponevano medley dei loro brani che li resero famosi.

Quel ragazzo con quella bella voce limpida e tagliente e piena di swing, oggi se n'è andato a quasi 79 anni, e "il mondo che non si è fermato mai un momento" stavolta si è fermato per tributare a Jimmy Fontana l'ultimo commosso applauso.

La storia triste della salma di Battisti


di Piero Montanari
Da ieri, 6 settembre, il piccolo cimitero di Molteno, la cittadina brianzola dove Lucio Battisti aveva deciso di vivere e morire lontano da tutto e da tutti, sarà privato della salma del grande cantautore reatino per volere della sua famiglia. Così hanno deciso la vedova, Grazia Letizia Veronese, e il figlio Luca Carlo che vive a Rimini e che probabilmente avrà le spoglie di suo padre vicino, magari anche cremate.

La storia di questa traslazione è piuttosto triste, com'è stata triste l'uscita di scena di Lucio anni fa quando, come Mina (che però non ha mai smesso di regalarci canzoni) si allontanò definitivamente dalle scene e non volle più tornarci, fino alla morte avvenuta a 55 anni il 9 settembre del 1998. Ricordo l'ultima apparizione in video di Battisti, il 4 luglio 1980, in una trasmissione della tv svizzera, nella quale cantò, qualcuno sostiene per una scommessa, "Amore mio di provincia" e dove si vede il cantautore ingrassato e irriconoscibile.

Triste uscita dal cimitero di Molteno, si dice perché motivata da unaquerelle tra la signora Veronese e il comune, per via di un festival intitolato al cantautore ai cui organizzatori fu intentato un ricorso per bloccarlo, ricorso che la vedova ha poi perduto.
Triste storia, anche perché le migliaia di ammiratori che andavano ogni anno a rendere omaggio alla tomba di Lucio, oggi non sanno dove portare un fiore o un biglietto d'affetto.

Triste seguito ha avuto la "vita" di Battisti anche dopo la sua morte, allontanato, nascosto da tutti e protetto come la reliquia di un santo intoccabile. Poco o nulla si può fare a suo nome e con le sue canzoni, un ricordo, una trasmissione televisiva, un festival, senza dover, anche giustamente, chiedere il permesso ai suoi eredi, e quasi mai ottenendolo.

Pur non condividendole, ma nel rispetto delle decisioni fortemente protezionistiche della sua vedova, dico però che autori come Lucio, un pezzo importante di storia sociale e musicale del nostro paese, non possono essere chiusi in un cassetto per poi gettare via la chiave. Capisco guardarsi dai vampiri sfruttatori sempre in agguato, ma non dimentichiamo che le canzoni, una volta scritte, appartengono anche alla gente e non più solo al loro autore.

Per questo voglio ricordare Fabrizio De Andrè, che ha in sua moglie, Dori Ghezzi, la più grande e generosa divulgatrice dell'opera di Faber. Decine sono ogni anno i festival a suo nome e centinaia lecover band che suonano le sue canzoni, senza che questo dia motivo di querele o diatribe legali.

Quest'estate ho presieduto una giuria a Soriano nel Cimino, piccolo paese a nord di Roma, che per il secondo anno ha organizzato un bellissimo festival dal titolo "Risonando De Andrè", e che ha visto l'avvicendarsi di alcuni tra i migliori gruppi italiani suonare la musica del cantautore genovese.
Dori Ghezzi era là e non ho mancato di dirle quanto questa sua disponibilità nei confronti del ricordo di suo marito fosse apprezzabile. Lei, per tutta risposta e con un sorriso disarmante, mi ha detto: "Ma non sono io, è Fabrizio che lo vuole e si fa ricordare da solo!"

Premio alla Cultura

PREMI SPECIALI

A BENEMERITI DELLA CULTURA

(Trofeo di Cristallo e Medaglia d’oro del Presidente dell’Ass. Cult. “P. Raffaele Melis O.M.V.”)

Musicista Regista Maestro PIERO MONTANARI
Roma

Premio “Francesco Di Lella”

“Per avere contribuito con la musica e la regia all’evoluzione ed all’affermazione di attori e cantanti di chiara fama nazionale ed internazionale, lasciando un segno vivo nel panorama cinematografico e musicale italiano, senza mai desistere anche in un periodo così difficile ed arduo come l’attuale.”

Firmato Augusto Giordano, Getulio Baldazzi, P.Ezio Bergamo, Rita Tolomeo, Maurizio Pallottí, Domenico Di Lella, Maria Fichera, Gianni Farina, Rita Pietrantoni, Paola Pietrantoni, Domenico Gilio.

Il premio sarà conferito il 13 giugno 2010 alle ore 16 al teatro S. Luca, in via Lorenzo da' Ceri 136 - Roma.

Esce il cofanetto della mitica trasmissione!

Esce il cofanetto della mitica trasmissione!
Finalmente nelle librerie "L&H:2 Teste senza cervello", libro e Dvd con la summa delle puntate migliori e, udite udite, dialoghi ANCHE IN ORIGINALE . Lo abbiamo presentato da MelBookStore il 30 giugno 09. C'era Italo Moscati, persona di straordinaria cultura e spessore umano. Con quella di Giancarlo le due 'memorie' si intersecavano a meraviglia! Due teste con parecchio cervello...SE TI INTERESSA COMPRARLO, CLICCA SULL'IMMAGINE!

Al Parco di S. Sebastiano

Al Parco di S. Sebastiano
Con Guido De Maria e Giancarlo Governi, i padri di SUPERGULP!

Celebriamo SUPERGULP!

Celebriamo SUPERGULP!
Talk Show con Giancalo e Guido al "Roma Vintage Festival", 16 giugno 2009 dedicato allo storico programma Rai

Celebriamo Gabriella Ferri

Celebriamo Gabriella Ferri
Con Giancarlo

...e Rino Gaetano

...e Rino Gaetano
Con Giancarlo

...ancora Rino

...ancora Rino

Con sua sorella Anna Gaetano e Giancarlo

Con sua sorella Anna Gaetano e Giancarlo
In omaggio a Rino, quella sera ho cantato "I love you Maryanna", primo disco di Rino, prodotto da me e da Antonello Venditti nel 1973. Con Rino feci un tour nel 1979. Alla batteria c'era Massimo Buzzi, alle chitarre Nanni Civitenga e Rino e io al basso. Il 'road manager' era Franco Pontecorvi che oggi vive come me sui Castelli Romani e vende occhiali.

Serata Supergulp

Serata Supergulp
Venerdì 17 luglio '09 al Parco S. Sebastiano (Caracalla) all'interno di Roma Vintage, verrà ripetuta la serata dedicata alla genesi del mitico programma televivivo. Parteciperanno Giancarlo Governi, Guido De Maria e Piero Montanari (me stesso...). Appassionati intervenite!

Un giovane promettente...

Un giovane promettente...
Luca, il giorno che si è vestito bene per il suo saggio di pianoforte. Sarà pur vero che "ogni scarrafone è bello a mamma soia", ma ci saranno pure degli scarrafoni universalmente belli, o no?

Maggio 2008: un piacevole incontro

Maggio 2008: un piacevole  incontro
Dopo più di vent'anni ho rivisto l'amico Giorgio Ariani, grande attore e voce ufficiale Italiana di Oliver Hardy (Ollio). Nel 1985 realizzammo la sigla di "2 Teste senza cervello" e Giorgio, con Enzo Garinei (Stanlio) doppiò una marea di film della coppia per i quali realizzai le musiche.

Una gita al "Giardino dei Tarocchi"

Una gita al "Giardino dei Tarocchi"
A Capalbio (Gr.) c'è un posto magico da visitare, con opere d'arte tra ulivi e macchia mediterranea, opera dell'architetta Niky De St. Phalle che ha realizzato in 20 anni un percorso di magnifiche statue ispirate ai Tarocchi, le magiche carte che predicono il futuro...Dato il suo nome, è meta di "sole" e personaggi cosiddetti " taroccati". Wanna Marchi e sua figlia sono state spesso viste aggirarsi tra le magnifiche statue!

Diana Nemi 2007/2008

Diana Nemi 2007/2008
Da sx alto: Samuele, Emanuele, Federico R., Lorenzo, Matteo, Edoardo, il Mister Eugenio Elisei. Sotto:Simone, Luca, Daniele, Valerio, Riccardo, Federico C.

Luca e Pedro 'Piedone' Manfredini

Luca e Pedro 'Piedone' Manfredini
Col mio "idolo" calcistico di ieri

Luca e Francesco Totti

Luca e Francesco Totti
Col suo "idolo" calcistico di oggi

Luca Montanari

Luca Montanari
Il calciatore. Questa stagione, la prima di campionato con i pulcini della "Diana Nemi", è capocannoniere. Ha messo a segno ben 43 reti e tutte senza rigori, ma ventidue su calci piazzati!

Luca Montanari

Luca Montanari
Nel momento della premiazione

Daniele Serafini

Daniele Serafini
La premiazione

A S D Diana Nemi Pulcini '98. Anno 2006 -'07

A S D Diana Nemi Pulcini '98. Anno 2006 -'07
Da sx della foto: Samuele, Matteo, Riccardo,Federico, Wulnet, Carlo, Luca, Daniele. Seduto con il pallone, una vera pestilenza, Federico Rosselli. Dobbiamo dire grazie alla pazienza infinita del Mister Eugenio Elisei, che più volte ha pensato di mollare la squadra e dedicarsi alle missioni in Angola - E' meno faticoso - mi ha detto, disperato, alla fine di un allenamento.

Allenamenti anno 2007-2008

Allenamenti anno 2007-2008
Il mio secondo figlio unico...

Matteo Montanari

Matteo Montanari
Il mio primo figlio unico...

Ado e Sania Montanari

Ado e Sania Montanari
The Peter's Sisters

La Roma tra la "B" e la "A" 1951-1952

La Roma tra la "B" e la "A" 1951-1952
Memmo Montanari (primo a dx nella foto) con i suoi tifosi in una trasferta della Roma. La foto è stata scattata al ritorno da Verona il 22 giugno 1951. Solo dopo quella partita la Roma ebbe la certezza di tornare in serie A

Memmo Montanari, capo dei tifosi, in azione nel suo poderoso incitamento alla squadra.

Memmo Montanari, capo dei tifosi, in azione nel suo poderoso incitamento alla squadra.
Mio padre, che si diceva fosse danaroso, quando morì era povero. Qualcuno nel nostro quartiere Celio racconta ancora che comprava i giocatori alla Roma...

Mio padre al centro dei vip della Roma

Mio padre al centro dei vip della Roma
Ricordo questa foto da sempre. Quella che avevamo in casa aveva un ritocco fatto a mano da non so chi (forse mio padre stesso). Il "pittore" aveva dipinto a tutti pantaloncini da calcio e gambe nude! In quel periodo glorioso nasce il giornale "Il Giallorosso" che contribuì attivamente alla ricostruzione della Roma. Fu fondato da mio padre, Angelo Meschini (capi storici di allora del tifo romanista) e dai fratelli Mario e Peppino Catena (soci della Roma) con la collaborazione dell'avvocato Alberto Saccà, con cui mio padre, nei miei ricordi da piccolo, aveva rapporti conflittuali.

Il Giallorosso

Il Giallorosso
Testata del giornale dei tifosi della Roma fondato da mio padre nel 1952. Ero piccolino e ricordo quel giorno che mi fece vedere le bozze...ricordo la finestra della mia camera sulla Piazza, al civico 4, ed il Colosseo davanti.

Pop & Jazz History

Pop & Jazz History
Sonorizzazione

1970 Pop Maniacs

1970 Pop Maniacs
Qui ci sono anche le musiche di Spyderman e i Fantastici Quattro che feci nel 1977 per Supergulp!

Il Pianeta Totò

Il Pianeta Totò
Fotogramma della sigla di Mario Sasso per la prima trasmissione di Rai 2 sul grande attore. Gli occhi di Totò si muovevano a tempo con una mia tarantella che si trasformava via via in rock sulle note di Malafemmena.

Laurel & Hardy

Laurel & Hardy
Logo originale della trasmissione

Laurel & Hardy

Laurel & Hardy
Un fotogramma della sigla di "Due teste senza cervello". Ci lavorò a lungo il videoartista Mario Sasso, alla SBP di Roma, con Virginia Arati che dipingeva elettronicamente 'frame by frame', con un computer costosissimo della Quantel che si chiamava appunto Paintbox. Credo che questa sigla sia stata la prima in Tv ad essere realizzata con questa straordinaria tecnica.

Il mio recording studio

Il mio recording studio
La regia

studio

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La sala di ripresa

studio

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la regia

studio

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La regia

Il ritorno di Ribot 1991

Il ritorno di Ribot 1991
Uno sceneggiato interpretato dal grande cantante e attore franco-armeno Charles Aznavour e Delia Boccardo, diretto da Pino Passalacqua per Rai1 e Antenne2 con la colonna sonora composta da me.

Processo di famiglia di Nanni Fabbri, 1992 per Rai1

Processo di famiglia di Nanni Fabbri, 1992 per Rai1
Alessandra Martinez, protagonista del film in due puntate con la mia colonna sonora.

Le Gorille

Le Gorille
Serie TV franco anglo italiana che riprende dei film del 1957-58 con Lino Ventura. Il personaggio è Geo Paquet, agente segreto francese, Di questa serie ho musicato 2 episodi, per la regia di Maurizio Lucidi e Duccio Tessari

Top model

Top model
Film con D'Amato

Top model

Top model
Stesso film uscito in Grecia

Top girl

Top girl
Film sequel di D'Amato. Beh, dopo tutte ste top, non poteva mancare la girl!

High finance woman

High finance woman
Altro film di D'Amato con le mie musiche